coffee_books

domenica 10 marzo 2024

Milano Book Pride - 2024 (a cura di Ms Rosewater)

Milano Book Pride - 2024

Buongiorno! Oggi la nostra Ms Rosewater ci racconta la sua esperienza al Book Pride di Milano, che si è tenuto in questi giorni e si concluderà proprio oggi. Se ci siete stat* immagino avrete apprezzato anche voi l'esperienza, se invece non conoscete questo evento, scoprite di cosa si tratta e magari vorrete anche approfittarne prima che termini (o non perderlo il prossimo anno!)

******

Non andavo a Book Pride da qualche anno, l'ultima volta deve essere stato quattro o cinque anni fa, era ora di tornare. Nel grande spazio del Super Studio Maxi, a pochi metri dalla metropolitana Famagosta si sono date appuntamento tantissime case editrici indipendenti, tra cui alcune delle mie preferite, Uovonero, E/O, Blackie Edizioni, Safarà, NN, Nottetempo; molto note come Sellerio, Terre di Mezzo e Voland o scoperte come Ottocervo, che propone fumetti molto interessanti, Mandese, editore di saggistica e narrativa, People con saggi (ne ho puntato uno su animali e politica), riviste, fumetti e gadget bellissimi, per ricordarne alcune.

Ci sono libri per tutti, dal fantasy alla narrativa contemporanea, alla controcultura, ai libri per bambini e ragazzi, anche in Comunicazione Aumentativa; inoltre, sono presenti gli stand di scuole di scrittura, di alcune università che propongono master di editoria, eccetera eccetera.

Il programma prevede molti eventi interessanti, come l'intervento di Ultrablu Publishing, realtà editoriale che valorizza le creazioni di giovani autistici intitolato “Neurodiversità. Quella ricchezza che non sappiamo ancora spendere” previsto nel pomeriggio del 9 Marzo, laboratori per bambini e presentazioni di libri.

Avendo poco tempo mi sono concentrata sugli acquisti e ho dovuto comunque trattenermi, ovunque c'erano libri interessanti, copertine accattivanti, editori desiderosi di raccontare il loro lavoro.


Alla fine hanno avuto la meglio sul mio portafoglio Uovonero, dove ho fatto il pieno di libri accessibili e sul tema dell'autismo, e i giovani di Acheron (non ci crederete ma è così), che non si sono fatti scoraggiare dalla mia dichiarazione “Il fantasy non mi piace” e sono riusciti a convincermi a portare a casa ben tre libri (fanno il 3x2 in occasione della fiera), hanno giocato la carta simpatia e ha pienamente funzionato. Ovviamente, seguiranno le recensioni.


Avrei potuto passare tutto il giorno al Book Pride e non oso pensare alle conseguenze sul mio conto in banca, meno male che avevo un appuntamento per pranzo. Cercherò di non far passare altri quattro anni per la prossima visita..
Se volete andare c'è ancora tempo un'intera giornata, io non ci penserei troppo.


Ms Rosewater


Photo credit: @lisapavesi

venerdì 1 marzo 2024

Review Party: "I colori di Arcoiris" di Thokozile Martucci Schiavi

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi ritorna la rubrica dedicata a bambini e ragazzi e vi parlo di un libro a dir poco splendido che parla di inclusione e diversità e che fa riflettere e anche commuovere. Il libro in questione è I colori di Arcoiris, di Thokozile Martucci Schiavi e l’ho letto in occasione del review party organizzato dall’ufficio stampa Ultime dai libri. Ringrazio l’autrice per la copia inviatami in cambio di una recensione onesta e Ultime dai libri per avermi coinvolta nell’evento.

I colori di Arcoiris
di Thokozile Martucci Schiavi

Prezzo: 15,00 € (cop. rigida)
Pagine: 40
Genere: libro per bambini, albo illustrato
Editore: Le Mezzelane
Illustrazioni: Marco Ghergo
Link d'acquistoQUI

Nella remota località di Arcoiris, incastonata tra rigogliosi boschi e prati in fiore, la vita scorre tranquilla ed equilibrata. E i colori non hanno un nome. L’inatteso arrivo di un gruppo di turisti, tra cui il piccolo Samu, sarà l’occasione per gli abitanti del luogo di confrontarsi con il mondo esterno, e per gli ignari visitatori di scoprire un nuovo modo di vedere le cose. Un racconto di fantasia in cui i bambini e gli adulti imparano gli uni dagli altri, e i colori assumono tutto un altro significato.

Oggi come oggi parlare di inclusione e diversità è sempre più complicato. L’argomento è sensibile e c’è ovviamente il rischio di non esprimersi nella maniera più corretta o di non spiegare bene il concetto. Questo però non deve far demordere, anzi bisogna continuare a provarci, a esplorare nuovi modi per far attecchire concetti che di per sé dovrebbero già appartenere a tutti (ma così purtroppo non è, lo sappiamo bene). Di sicuro l’autrice Thokozile Martucci Schiavi è riuscita nell’impresa di rappresentare al meglio i problemi che ruotano intorno a queste tematiche e mostrarci le cose in maniera chiara e netta. Una comunità in cui tutti si rispettano è quasi un miraggio ai giorni nostri, eppure ad Arcoiris funziona davvero così. È una piccola cittadina, incastrata tra strade poco praticabili e boschi bellissimi, una città in cui non si danno i nomi ai colori, dove tutto è chebelcolore. Sembra strano, sicuramente, anche perché procedendo con la lettura non si comprende come mai in questo posto non diano nome ai colori, fin quando non è il sindaco stesso a chiarirlo. Ad Arcoiris la gente non è abituata agli Estranei, la loro è una piccola comunità ristretta in cui tutto è in equilibrio. Qui l’autrice si avvale della simbologia del cerchio per rendere l’idea della perfezione, di una comunità equilibrata. Al di fuori di Arcoiris vi sono caos, confusione, disordine e pregiudizi, mentre ad Arcoiris le cose restano le stesse, sempre.

Il sindaco Murino mai si sarebbe aspettato di vedere atterrare d’emergenza un aereo pieno di persone proprio nella sua piccola città. Tra tutti, fa la conoscenza del piccolo Samu, un bambino nero in viaggio con la sua famiglia. Samu è un bambino molto curioso e ad Arcoiris è tutto così strano che non si trattiene dal fare domande a Murino. Perché è tutto tondo in quella città? E perché lì non esistono i colori?

Una cosa resta sempre quella cosa anche se non ha colore ed è proprio questo che Murino cerca di spiegare a Samu.

<<Arcoiris è una comunità equilibrata, dove i colori non hanno nome perché le cose restano le stesse anche se sono rosse o blu. Non cambia niente, non trovi? Questa erba è erba anche se la pitturi e la cambi all’esterno. E così questo sasso, o quell’uccello. Da dove vieni tu, le persone e le cose sono giudicate parecchio in base al loro aspetto.>>

Allo stesso modo in cui lui è soltanto un bambino per Murino. Il colore della sua pelle non definisce ciò che è in realtà.

 I colori di Arcoiris è una storia narrata con uno stile semplice, eppure riesce a toccare il cuore fino in profondità e a far riflettere. Un luogo come Arcoiris è quasi un sogno e probabilmente il nostro mondo non riuscirà mai a superare certi preconcetti, non respireremo mai l’armonia e la pace di Arcoiris, questo posto immaginario pieno di colori e meraviglie e di pensieri giusti e corretti. Ma con la sua storia l’autrice contribuisce sicuramente a far aprire molti occhi, a trasmettere un insegnamento che dovrebbe fare suo anche ogni adulto, ovvero che siamo tutti uguali su questa Terra, e che il rispetto per l’altro è ciò che fa funzionare davvero le cose, è ciò che rende il mondo migliore. 

Una lettura super consigliata, una piccola fiaba moderna che tratta di argomenti delicati ma lo fa nella maniera più sensibile e delicata possibile, riuscendo a colpire a fondo chi legge. Anche le illustrazioni di Marco Ghergo contribuiscono a far apprezzare la lettura, immagini in cui vari colori si mescolano al bianco e al nero, proprio a mostrare quanto tutto sia omogeneo anche quando non è rappresentato come ci si aspetta che sia. Un libro meraviglioso, dolce, intenso, commovente, adatto a tutte le età. Compratelo e amatelo.
Photo credit: @thokozilemartuccischiavi

lunedì 26 febbraio 2024

Recensione: "Bride" di Ali Hazelwood (a cura di Eleonora)

Buongiorno e buon inizio settimana, lettor*! ^^
Non vi lasciamo mai sol*, soprattutto di lunedì, che sappiamo essere uno dei giorni meno amati di tutti. Che ne dite di una bella recensione? La nostra Eleonora ci parla oggi di Bride, il nuovo romanzo paranormal romance di Ali Hazelwood, una storia avvincente e decisamente spicy. Scopritela qui sotto e fateci sapere che ne pensate. Vi aspettiamo nei commenti! ;)

Bride
di Ali Hazelwood

Prezzo: 9,99 € (eBook) 17,90 € (cop. rigida)
Pagine: 384
Genere: fantasy, paranormal romance, new adult
Editore: Sperling&Kupfer
Data di pubblicazione: 13 febbraio 2024
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)

Misery Lark, l'unica figlia del più potente Consigliere dei Vampiri del Sud-ovest, è ancora una volta un'emarginata. I suoi giorni nell'anonimato tra gli Umani sono finiti: è stata chiamata a sostenere una storica alleanza per mantenere la pace tra i Vampiri e i loro più acerrimi nemici, i Lupi, e non vede altra scelta che arrendersi allo scambio. I Lupi sono spietati e imprevedibili e il loro capo, Lowe Moreland, non fa eccezione. Governa il suo branco con severa autorità, ma non senza giustizia. E, a differenza del Consiglio dei Vampiri, non senza sentimento. È chiaro, dal modo in cui segue ogni movimento di Misery, che non si fida di lei. Se solo sapesse quanto ha ragione... Perché Misery ha i suoi motivi per accettare questo matrimonio di convenienza, motivi che non hanno nulla a che vedere con la politica o le alleanze, e tutto a che fare con l'unica cosa che le sia mai importata. Ed è disposta a qualsiasi cosa pur di riavere ciò che le appartiene, anche se questo significa una vita nel territorio nemico... da sola con il lupo.

Il nuovo libro di Ali Hazelwood, con il quale l’autrice torna in libreria col botto, è Bride, un paranormal romance pieno di vampiri, licantropi, magia e scene decisamente spicy, in cui il trope principale è un enemies-to-lovers con condimento di forced marriage, una meraviglia.

La protagonista è Misery, la figlia del capo dei vampiri, che a causa di magheggi politici è cresciuta e ha vissuto per gran parte della sua vita tra gli esseri umani insieme a quella che poi è diventata sua sorella adottiva e la sua migliore, nonché unica amica. Quando un giorno però viene richiamata al Nido (così si chiama infatti il quartier generale vampirico) senza apparentemente alcun motivo, è chiaro che qualcosa bolle in pentola. Ed effettivamente la notizia che la accoglie nello studio del padre non è proprio una cosina su cui si possa sorvolare perché a quanto pare è stata promessa in sposa all’Alpha dei licantropi, nemici giurati storici dei vampiri che però ora, grazie ai trattati di pace, cercano di essere quantomeno dei pacifici vicini, dato che i territori vampirici e lupeschi sono letteralmente solo separati da un fiume.

La decisione presa dal padre e dal consiglio dei vampiri alla nostra protagonista, come prevedibile, non va per nulla a genio e la sua prima risposta è mandare allegramente tutti a quel paese, girare i tacchi e andarsene, almeno finché non le viene svelato il nome del suo futuro sposo; a quel punto Misery improvvisamente si fa interessata alla faccenda. A quanto pare infatti l’Alpha Lowe Moreland potrebbe essere coinvolto molto da vicino in una faccenda che alla nostra protagonista sta molto a cuore e quale scusa migliore per indagare se non quella di ricoprire il ruolo di mogliettina del grande capo? Detto fatto, Misery coglie la palla al balzo e si getta alla cieca tra le fauci del lupo. Un lupo peraltro molto teso e colto del tutto alla sprovvista, specialmente quando poco prima della cerimonia di nozze gli sovvengono alcuni particolari che potenzialmente potrebbero rendere la situazione a dir poco esplosiva.

Al matrimonio, ovviamente, segue l’installamento a casa dello sposo, in pieno territorio lupesco, e Misery si trova a dover fare i conti con preconcetti, odio istintivo e malfidenza nei suoi confronti. C’è da dire però che la sua istruzione e vita passata quasi completamente in mezzo agli esseri umani rende la nostra protagonista ben poco vampiresca nelle sue abitudini e nei suoi comportamenti e questo in effetti non fa che aumentare le incomprensioni con quello che ormai è il suo entourage. Se a tutto questo aggiungiamo poi la sua missione segreta, l’atmosfera in casa si può dire che non sia proprio tanto rilassata.

L’unica persona che sembra andare al di là della storica faida è una bimbetta di circa sei anni che, incurante di tutto e di tutti, trova sempre il modo per passare un po’ di tempo a giocare con la vampira, la quale, nonostante tutti i suoi sforzi di sembrare cattiva e insofferente, finisce per affezionarsi a quella strana, ma adorata da tutti, pupattola. Quello che non sa è che proprio quella adorabile bimba potrebbe essere la chiave del mistero che costituisce il suo unico pensiero fisso da mesi.

Col passare del tempo, comunque, Misery si abitua al suo nuovo status abitativo e lo stesso fanno i licantropi nei suoi confronti, cominciando a vedere in lei la persona che è, al di là del suo essere una vampira; un po’ diversa è però la questione con Lowe, infatti con lui, nonostante i rapporti si siano notevolmente ammorbiditi, rimane una costante tensione che continua a spingerli l’una verso l’altro, anche se l’alpha cerca di fare il possibile per mantenere le distanze (infatti inizialmente Misery quella tensione l’aveva scambiata per una reazione di Lowe al suo odore per lui ripugnante) e per ignorare l’evidente scintilla che è scoppiata tra loro due. Visto che però la situazione non era già abbastanza complicata, ci si mette in mezzo pure un complotto che vorrebbe vedere l’alpha Moreland, così come la sua politica di apertura e alleanza con le altre specie, deposto a favore di un vecchio regime più conservatore e più brutale. Dunque i nostri due esperimenti politici uniti in matrimonio uniscono le loro forze per affrontare anche questa minaccia. Riusciranno a mettere da parte tutti gli ostacoli, i preconcetti e i limiti che si sono autoimposti per sistemare una buona volta la situazione? Non si può dire, quello che posso dire però è che la chimica tra i due è a dir poco pronta a far saltare tutto in aria e si sviluppa in un continuo crescendo che parte dal matrimonio fino ad arrivare alle pagine finali.

 Lo stile è tipicamente quello a cui siamo abituati quando leggiamo i romance STEM di Ali Hazelwood, dinamico, frizzante e pieno di ironia, l’impostazione stessa dei capitoli ricorda molto The Love Hypothesis con un piccolo inserto iniziale che però in questo caso funge come una sorta di POV alternativo. In generale, bene o male, tutto il libro mi ha ricordato molto di più il libro d’esordio di Ali Hazelwood piuttosto che gli ultimi che ha pubblicato. I personaggi principali sono costruiti a tutto tondo e pian piano li impariamo a conoscere in tutte le loro sfaccettature, così come l’ambiente e il contesto in cui si muovono. Per quanto riguarda gli altri personaggi che troviamo nella storia, si può dire che a parte lo stretto necessario non hanno avuto chissà quale spessore caratteriale, in particolare un personaggio che costituisce un po’ il focal point dell’intera faccenda, per come viene presentato ha quasi del surreale e abbozzato, anche se in realtà per come finisce il libro questo fatto mi crea qualche aspettativa per il futuro.

Le dinamiche tra Misery e Lowe come ho già detto prima sono a dir poco esplosive e l’autrice si impegna e riesce a farcelo capire proprio fino in fondo quanto lo sono e, lasciatemelo dire, alcune scene sono a dir poco sull’orlo della combustione spontanea, ma comunque riesce a mantenere sempre un tono molto leggero e mai pesante, anche quando nelle varie descrizioni vengono inseriti interessanti particolari anatomici.

Che dire quindi? Ho adorato anche questo nuovo prodotto della penna Hazelwood ma francamente non avevo alcun dubbio, forse non lo reputo ai livelli di Love Theoretically, a mio parere il miglior romanzo che abbia scritto finora, ma comunque Bride è un romanzo estremamente ben riuscito. Spero ardentemente che in futuro pubblichi ancora libri su questo filone perché è evidente che non sbaglia mai un colpo, confermando ancora una volta la sua postazione fissa nel podio delle mie autrici preferite.

Eleonora


Photo credit: @eleonoranicoletto

mercoledì 21 febbraio 2024

Recensione: "Il figlio del becchino e l'orfana" di Sam Feuerbach

Buon pomeriggio, lettor*! ^^
Eccomi con una nuova recensione. Oggi vi parlo di un libro che, in realtà, avevo già avuto modo di leggere in occasione della sua pubblicazione, ma non avendolo recensito subito è passato poi del tempo e ho avuto bisogno di rileggerlo perché ho la memoria di un pesce rosso, per chi non lo sapesse :P. Ho approfittato dell’audiolibro disponibile su Audible (trovate tutta la serie, se siete interessat*) e quindi adesso eccomi qua a spiegarvi perché questo libro mi è piaciuto tanto e perché non vedo l’ora di leggere i prossimi volumi.

Il figlio del becchino e l'orfana
di Sam Feuerbach

Prezzo: 2,99 € (eBook) 13,90 € (cop. flessibile)
Pagine: 370
Genere: fantasy
Editore: self-publishing
Data di pubblicazione: 20 febbraio 2022

Il diciottenne Farin vive nel villaggio medievale di Haufen, Il ragazzo è un emarginato, perché come figlio del becchino è deriso e maltrattato dagli altri abitanti del villaggio. Eppure, la sua unica scelta è apprendere il mestiere del padre, sempre più vittima dell'alcol. Le cose cambiano senza preavviso per Farin quando muore la strega del villaggio e lui la prepara per il funerale. Perché la strega porta un misterioso amuleto al collo e Farin non riesce a resistere alla tentazione di indossare il gioiello... Tiene per sé il suo segreto... tanto non gli crederebbe nessuno.

"Perché era ciò che era e non colui che era?"

Sam Feuerbach, autore bestseller tedesco, arriva anche in Italia con le sue serie fantasy storiche. La prima è proprio quella di La figlia del becchino e l’orfana, composta da quattro volumi, l’altra è La saga dell’alchimista, in tre volumi. Entrambe le serie sono tradotte da Francesco Vitellini e sono pubblicate dall’autore in selfpublishing. Il loro successo è stato immediato perché portano davvero quell’aria di novità cui anela ogni buon* lettor* fantasy e non. Quello che colpisce di più di Feuerbach è senza dubbio il suo stile umoristico, che ben si sposa con il suo fantay-horror medievale e che contribuisce ad alleggerire l’atmosfera e a renderla molto più godibile.

Farin è figlio di un becchino nel villaggio di Haufen. Qui tutti lo conoscono come appunto “il figlio del becchino” e viene considerato una nullità, preso in giro dagli abitanti, maltrattato da chi pensa di avere più valore, o semplicemente una posizione sociale migliore. Farin però è un ragazzo sveglio, fa il suo dovere, è umile e cerca di non lamentarsi mai, ma è anche molto curioso e spesso questa sua curiosità lo spinge fin troppo oltre. Il padre non è mai stato gentile o affettuoso con lui, sicuramente ciò che Farin ha di buono del suo carattere e del suo spirito lo deve alla defunta madre, che gli ha anche insegnato a leggere. Farin nel suo piccolo sogna di poter un giorno cambiare vita, diventare cavaliere, essere rispettato e stare con la donna che ama, ma tutti i suoi sogni s’infrangono davanti alla realtà dei fatti. Ciò che gli resta è il suo lavoro e proprio mentre un giorno prepara per il funerale una donna defunta, da tutti ritenuta una strega, viene attirato dal medaglione di questa e lo indossa. E sarà proprio questo gesto a stravolgergli totalmente la vita. Farin non sa, infatti, che la donna era posseduta da una chimera e che adesso lui diverrà il suo nuovo ospite. Questa entità, malvagia, spudorata, spregevole, gli invade la mente e il corpo e lui è costretto a sopportare Schifo - questo il nome che le affibbia - e cercare nel frattempo un modo per rompere il maleficio, per togliersi di torno la chimera che pian piano rende i suoi giorni una tortura. 

Eppure, nonostante Schifo, nonostante la tortura psicologica e l’orrore che la chimera porta con sé e trasmette al suo ospite, Farin si ritroverà a compiere un viaggio importante, a fare scoperte sconcertanti, a diventare persino lo scudiero di un cavaliere. Ma le sue prove non sono finite e ha ancora tanto da affrontare… Così come ha tanto da affrontare anche Aross, un’altra protagonista di questa storia, una giovane orfana, “regina dei ratti”, che riesce a fuggire dall’orfanotrofio in cui vive (e in cui viene maltrattata) grazie all’intervento di una donna misteriosa. Aross potrebbe avere con Farin più di un punto in comune e chissà che le loro strade prima o poi non si incrocino... Non ho trovato il pov di Aross interessante quanto quello di Farin, secondo me non c'è paragone con la storia principale del protagonista maschile, ma andando avanti sono riuscita ad apprezzarlo un po' di più. Verso la metà troviamo invece un ulteriore punto di vista, quello di Vigo, e fino alla fine del libro si potrebbe pensare che sia inutile (ammetto di averlo pensato per tutto il tempo anch'io, è vero; non vi spiego perché per non fare spoiler), ma l’autore ci regala una bella rivelazione proprio all’ultimo momento, che porta a fare tutti i collegamenti del caso e a comprendere persino questo pov apparentemente senza senso. Quindi il consiglio è di pazientare e di lasciarvi stupire dall'autore.

Il figlio del becchino e l’orfana
è stata una lettura inaspettata. Non solo per la trama, per i tanti elementi intriganti e per le sorprese, ma anche per le tematiche e la qualità della storia. I protagonisti, nonostante compiano un percorso importante, restano sempre coerenti con loro stessi, sono personaggi umili, che dalla vita hanno ricevuto solo schiaffi, ma che riescono in qualche modo ad avere il loro riscatto (ma a che prezzo?). Troverete magia, incantesimi, rituali, combattimenti all’ultimo sangue, segreti, castelli, creature infestanti e molto altro in questo fantasy, che vi conquisterà per il suo essere tanto crudo quanto ironico. L’umorismo nero di Feuerbach è sapiente e mai banale e conferisce al romanzo una verve irresistibile, che vi farà divorare le pagine. Sicuramente emblematico risulta il rapporto tra Farin e Schifo, quello che, tra l'altro, regala più diletto. Schifo è un demone millenario che potrebbe suscitare repulsione, eppure io l'ho interpretato come un personaggio non del tutto nero, o comunque un personaggio con un grande sapere che desidera condividere e anche lui, in qualche modo, stanco della sua esistenza, di essere usato, soprattutto. In Farin trova un ospite diverso da tutti i precedenti, perché il ragazzo è l'unico che in realtà lo respinge, che cerca in tutti i modi di tenerlo lontano dalla sua mente, che si rifiuta di ascoltarlo, di cedere al lato oscuro per quanto lui cerchi di traviarlo e questo è frustrante per la chimera, la quale vorrebbe solo poter liberare tutto il suo potenziale. È un personaggio che può ripugnare ma che alla fine è un po' la voce della verità, quella che non ti piace sentire ma che sai, in fondo in fondo, avere ragione. Vi farà provare sensazioni contrastanti, verso la fine però vi sarete così abituati a lei che quasi vi mancherà non averla sempre intorno a contestare tutto e a provocare con le sue battutacce :P

Il finale è molto aperto direi, perciò mettete in conto di iniziare a leggere la serie quando avete già il secondo libro a portata di mano, per potervi tuffare subito nel proseguimento delle avventure di Farin e Aross e scoprire cosa ne sarà di loro e dei segreti che si portano dietro. Una lettura piacevole e imprevedibile, un piccolo tesoro fantasy che merita di essere conosciuto di più. Vi consiglio assolutamente l’edizione in audiolibro, con la narrazione di Daniele Giuliani, è davvero ben fatta e fa venir voglia di ascoltare tutti e quattro i volumi di fila senza stancarsi :P
Fonte immagini: Pinterest
Photo credit: @francikarou @coffeeandbooks

martedì 20 febbraio 2024

Review Party: "Home Team" di Alexandra Rosa (a cura di Giulia)

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi il blog partecipa al Review Party di Home Team, il nuovo romanzo di Alexandra Rose, un m/m sport romance molto carino, letto e amato dalla nostra Giulia. Scoprite la sua opinione e fateci sapere nei commenti cosa ne pensate e se vi piacerebbe leggerlo ;)

Home Team
di Alexandra Rose

Prezzo: 2,99 € (eBook) 17,50 € (cop. flessibile)
Pagine: 602
Genere: m/m, sport romance, college romance, new adult
Editore: self-publishing
Data di pubblicazione: 15 febbraio 2024

Drew Miller ha sempre voluto frequentare la Fallwood University, un college di Division 1, grazie a una borsa di studio sportiva. Il basket è infatti una delle sue passioni. Quando scopre l’identità del suo compagno di stanza, pensa che si tratti di una coincidenza, un assurdo caso di omonimia. Perché non può essere davvero quel Greyson Quinn. Il suo ex migliore amico, la persona che odia più di chiunque altro al mondo. Greyson Quinn desidera giocare nell’NBA. La borsa di studio alla Fallwood University gli permetterà di competere ad alti livelli nel torneo universitario e, quindi, di essere a un passo dal suo sogno. Solo che… non aveva previsto lui. Drew Miller. Il suo ex migliore amico, la persona che ha perso due anni prima. Alleati sul campo, ma nemici fuori, il loro sarà uno scontro all’ultimo canestro, dove passato e presente si mescolano e la posta in gioco sono i sentimenti. Sarà possibile soffocarli oppure ne saranno travolti?

Buongiorno a tutti e a tutte! Oggi vi parlerò di un libro uscito da pochi giorni, di cui l’autrice mi ha omaggiata in cambio di una recensione onesta. Ringrazio davvero tanto l’autrice per avermi inclusa nell’evento di promozione del libro, in quanto era da tempo che non leggevo un romance m/m che mi piacesse così tanto. Dall’inizio dell’anno ho letto solo fantasy e questo romance ci voleva proprio per spezzare l'abitudine.

Sono stata subito incuriosita dalla trama che a primo impatto risultava molto avvincente e convincente. Ho subito avuto la sensazione che non fosse un libro facile da affrontare emotivamente e infatti è stato così. Un libro con una bella storia d’amore che racchiude al suo interno molti insegnamenti di vita e anche molte tematiche lgbt+.

Drew Miller, dopo aver vinto la borsa di studio alla Fallwood University, tutto si sarebbe aspettato tranne di capitare in stanza con il suo ex migliore amico, colui che gli aveva spezzato il cuore due anni prima e da cui non si era ancora ripreso, anche se aveva nascosto il suo cuore spezzato sotto una spessa corazza di menefreghismo. Quando arriva alla Fallwood University non si capacita di come proprio Greyson Quinn sia il suo compagno di stanza, per uno stupido scherzo del destino è costretto a vivere a stretto contatto con la persona con cui non voleva avere più niente a che fare. Dal lato suo Grey, vuole a tutti i costi ricucire il rapporto o quantomeno scusarsi con il ragazzo con cui non ha avuto modo di parlare per ben due anni. I due si troveranno a giocare per la squadra di basket del college per motivi per diversi, Drew per pagarsi gli studi e Grey per diventare una stella nascente dell’NBA. Tra loro verranno a crearsi incomprensioni sempre più difficili da chiarire, riusciranno finalmente a parlarsi a cuore aperto oppure lasceranno fare al destino?

La storia di Drew e Grey come penso abbiate capito è un friends to enemies to lovers. La cosa che più mi è piaciuta è sicuramente il doppio punto di vista, perché così riusciamo anche a conoscere i sentimenti di Grey senza il velo di ironia e freddezza di Drew, che proprio per la prima metà del libro non riesce a sopportare la presenza del suo ex migliore amico.

Un’altra cosa molto interessante del libro sono i vari flashback all’interno del libro, che servono a mostrarci come si sono conosciuti Drew e Grey, come si è sviluppata la loro amicizia e come anche tutto si è frantumato fra di loro. I momenti riservati ai protagonisti da piccoli sono stati davvero i miei preferiti, non solo perché il loro inserimento dava realmente un qualcosa in più alla storia, ma perché ho trovato quelle poche scene molto dolci e con un significato molto profondo, raccontano il loro passato ma si riesce a comprendere davvero bene la sofferenza che Drew ha provato in tutti quegli anni.

Si capisce già dai primi capitoli che Drew e Grey hanno due caratteri completamente opposti che però insieme formano una chimica pazzesca, e per questo si completano a vicenda. Drew è il classico personaggio che nasconde tutti i suoi sentimenti dietro un velo di ironia e indifferenza verso il resto dell’umanità, sentimenti che hanno un solo nome e nemmeno due anni di puro odio possono tenere nascosto. Quando Drew rivede Grey per la prima volta tutto ciò che aveva tentato di annientare e cancellare ritorna senza chiedere il permesso, lasciandolo senza fiato e pieno di paura e terrore, perché se questa volta dovesse commettere un passo falso di lui non rimarrebbe più nulla da salvare, Grey distruggerebbe quel poco rimasto del suo cuore.

“Lui era il suo sole personale, il bagliore capace di fendere la sua oscurità. Anche in quel momento splendeva in maniera accecante, e Drew si sentì attratto da lui esattamente come otto anni prima. Quel sentimento non sarebbe mai cambiato”

Grey è una persona molto solare e socievole, che non riesce a non circondarsi di persone, è sempre molto gentile e altruista con il prossimo, insomma è proprio una bella persona. La versione migliore che vediamo secondo me di Grey è quella che leggiamo attraverso le parole di Drew, nei suoi pov riusciamo veramente a capire come e perché Drew si sia innamorato di lui. La scrittrice è riuscita a farmi innamorare di Grey non per i complimenti e le belle parole spese, ma piuttosto per il modo in cui Drew lo vede, come il solo in grado di salvarlo, il solo che riesce a comprenderlo e il solo in grado di distruggerlo.

Un tema che non sempre viene affrontato nei modi corretti ma che in questo libro secondo me viene sviluppato in modo discreto è la bisessualità, non è di certo il fulcro del libro, però solitamente non viene nemmeno considerata come ipotesi in alcuni m/m; qui invece viene accettata e capita, e questo l’ho trovato davvero molto interessante.

Che altro dire di questo libro? Consiglio di leggerlo a chi piace una storia fatta di alti e bassi, di insicurezze, paure e un pizzico di gelosia, ma anche tanta comprensione, accettazione e amore e, perché no, anche quel po' di spicy, che fa sempre bene, secondo me.
Giulia


Photo credit: @_gbooklover_

venerdì 16 febbraio 2024

Recensione: "The Prison Healer" di Lynette Noni

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi vi parlo di uno dei libri che avevo in lettura questo mese e che finalmente ho terminato. Si tratta di The Prison Healer, di Lynette Noni. Ho approfittato anche dell’audiolibro su Audible per portare avanti la lettura perché ultimamente ho mille cose da fare e solo gli audiolibri riescono a venirmi incontro. Tra l’altro, a breve uscirà il secondo volume e volevo essere pronta a questa uscita e quindi ho recuperato!

The Prison Healer
di Lynette Noni

Prezzo: 9,99 € (eBook) 17,90 € (ed. rigida)
Pagine: 384
Genere: fantasy romance
Editore: Sperling&Kupfer
Data di pubblicazione: 4 aprile 2023
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)

Kiva ha diciassette anni e ormai da tempo ricopre il ruolo di guaritrice a Zalindov, una prigione letale in cui chiunque è sacrificabile, in qualsiasi momento. Un giorno, nella sua infermeria approda la Regina Ribelle, che è stata catturata ed è gravemente malata. A Kiva viene ordinato di tenerla in vita a ogni costo affinché possa sostenere il Giudizio degli Elementi, ovvero quattro prove quasi impossibili da superare per riottenere la libertà. Consapevole che la Regina Ribelle non è in grado di affrontarle, Kiva prende il suo posto, pur sapendo che nessuno, in realtà, è mai sopravvissuto. Mentre Zalindov è in fermento e pregusta morte e distruzione, a vegliare su Kiva e ad aiutarla interviene un nuovo, misterioso detenuto, che piano piano si conquista un posto speciale nel suo cuore.

The Prison Healer era una delle uscite dello scorso anno che più mi attiravano, soprattutto per l’ambientazione. Il romanzo è infatti interamente ambientato all’interno della prigione di Zalindov. Kiva è una sopravvissuta, vive a Zalindov da dieci anni e fa la guaritrice. Il suo è un ruolo sacrificabile come un altro all’interno della realtà in cui vive, ma lei è una combattiva e cerca di tenere duro per non morire. Tra l’altro, la sua famiglia le ha promesso che arriverà a salvarla ed è proprio in vista di questa prospettiva che Kiva continua a resistere. Kiva fa del suo meglio per non legarsi troppo a qualcuno, perché a Zalindov non c’è spazio per i sentimenti, ecco perché svolge il suo lavoro in maniera fredda e scrupolosa; eppure non può fare a meno di provare affetto per il giovane Tipp, un ragazzino che le ricorda suo fratello, e che cercherà di proteggere fino alla fine. Un giorno a Zalindov viene portata una prigioniera, la Regina Ribelle Tilda, e tutti i piani di Kiva di riuscire a mantenere un profilo basso nell’attesa di fuggire da quel posto vanno in frantumi, perché alla vita della donna si lega inevitabilmente anche la sua. Tilda viene condannata al Giudizio degli Elementi, deve cioè superare quattro prove che hanno a che fare con gli elementi naturali e se riuscirà a superarli avrà salva la vita. Ma la donna è gravemente ferita e, dato che a Kiva viene ordinato di non farla assolutamente morire, sarà lei a offrirsi volontaria per le prove. Kiva non vede altra soluzione che prendere tempo in questa maniera, ma nessuno ha mai superato il Giudizio degli Elementi, nessuno può riuscirci se non con un aiuto magico. Non vi starò a rivelare come si comporterà Kiva per uscire da questa situazione, se non avete ancora letto il romanzo, troverete sicuramente molto intrigante la parte relativa al Giudizio degli Elementi. 

Mi è molto piaciuto come è stato inserito l’elemento magico all’interno della trama; sebbene non sia granché approfondito, riesce comunque a portare l’elemento fantastico in una realtà che altrimenti risulterebbe molto più cruda, triste e statica. Kiva è una protagonista tenace e l’ho apprezzata più di molte altre e sebbene cerchi di mantenere le distanze, non riesce a fare a meno di offrire sempre il suo aiuto, per quanto le sia possibile, facendo del suo meglio per alleviare le sofferenze di chiunque, persino di chi detesta. A Zalindov arriverà anche un giovane gravemente ferito, Jaren, di cui Kiva si prenderà cura e, per quanto proverà a non lasciarsi coinvolgere dal ragazzo, finirà per affezionarsi anche a lui, trovandolo un rifugio confortevole in un mondo di sofferenza. La loro storia d’amore non mi ha fatto impazzire per come è stata sviluppata, diciamo che non mi ha dato grandi batticuori, ma ho apprezzato che sia stata graduale e che non si sia persa in dettagli piccanti in cui molte autrici ormai amano indugiare (insomma, niente spicy, per fortuna!) e poi non è ciò intorno a cui ruota il romanzo (altro punto a favore!).

Un altro personaggio degno di nota è Naari, una nuova guardia carceraria di Zalindov. Sin dal primo momento l’ho vista come un personaggio un po’ enigmatico, anche ambiguo, ma andando avanti l’ho rivalutata e amata in tutto e per tutto. C’è da dire che in questo romanzo quasi ogni personaggio ha un segreto, quindi preparatevi a una serie di rivelazioni abbastanza scioccanti. La storia si fa leggere benissimo, magari non ha un ritmo super avvincente, ma per quanto mi riguarda è riuscita a tenermi incollata e a intrigarmi a dovere, tra l’altro non ho rilevato grandi problematiche stilistiche o a livello di tematiche e contenuti e già questo è più che soddisfacente. Sul finale l’autrice ci riserva un grosso colpo di scena, di quelli capaci di lasciarti a bocca aperta. Devo dire che è riuscita a prendermi in contropiede, perché non me lo aspettavo per niente, non avevo sospettato nulla e sono rimasta talmente colpita che adesso non posso che desiderare di avere tra le mani il secondo volume per scoprire cosa accadrà. 

The Prison Healer è una storia retta in maniera solida da una buona narrazione e in cui troverete intrighi, sofferenze, segreti, amore, magia, il tutto inserito in un contesto duro e claustrofobico, da cui emergono però personaggi per nulla banali. Kiva è una ragazza che tiene in mano il suo destino come sceglie lei di fare, Jaren è un ragazzo che si rivela molto diverso dai soliti bellocci che solitamente imperversano in questo tipo di romanzi, Naari è una rivelazione vera e propria. E poi anche altri personaggi, chi più chi meno, riescono a non risultare solo comparsate di poco conto. Insomma, The Prison Healer, per quanto mi riguarda, è un romanzo non indimenticabile ma di sicuro migliore di molti altri e ve lo consiglio (non in audiolibro, però. Non mi è piaciuta la lettura della narratrice Giulia Amato). Fatemi sapere se lo avete letto e cosa ne pensate voi di QUEL finale illegale! Sono sicura che il secondo volume sarà incredibile, considerando certe premesse...
Fonte immagini: Pinterest

giovedì 15 febbraio 2024

Recensione: "Crescent City. La Casa di Fiamma e Ombra" di Sarah J. Maas (a cura di Giulia)

Buongiorno, lettor*! ^^
Dopo le recensioni di Giulia ai primi due volumi di Crescent City, di Sarah J. Maas, oggi scopriamo finalmente cosa ne pensa dell'ultimo volume, La Casa di Fiamma e Ombra, attesissimo da tutti i fan e le fan della serie. Attenzione agli spoiler! :P
Buona lettura e lasciateci un commentino, se vi va.

Crescent City. La Casa di Fiamma e Ombra
di Sarah J. Maas

Prezzo: 12,99 € (eBook) 22,90 € (cop. rigida)
Pagine: 732
Genere: fantasy, new adult
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 30 gennaio 2024
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)

Bryce Quinlan non si sarebbe mai aspettata di vedere un mondo diverso da Midgard ma, ora che è successo, l’unica cosa che vuole è tornare indietro. Tutto ciò che ama è lì: la sua famiglia, i suoi amici, il suo compagno. Bloccata in un luogo spaventoso e a lei sconosciuto, avrà bisogno di tutto il suo ingegno per riuscire a tornare a casa. E non è un’impresa facile dal momento che Bryce non ha la più pallida idea di chi potersi fidare. Hunt Athalar si è trovato in molte situazioni difficilissime nella sua vita, ma questa potrebbe essere la più complicata di sempre. Dopo alcuni mesi in cui ha avuto tutto ciò che desiderava, si trova di nuovo nelle prigioni degli Asteri, privato della sua libertà e senza alcun indizio sul destino di Bryce. Vuole disperatamente aiutarla ma, finché non riuscirà a sfuggire agli Asteri, ha le mani letteralmente legate. Il mondo di Bryce e Hunt è sull’orlo del collasso, e il suo futuro poggia sulle loro spalle.

Buongiorno a tutti e a tutte! Eccomi tornata finalmente con la recensione dell’ultimo libro di una saga che mi ha tenuta incollata alle sue pagine. Non trovo le parole per descrivere le emozioni che ho provato finendo questa trilogia, non posso dire che sia conclusa del tutto, però con la fine di questo terzo libro si è chiuso un bel capitolo della saga. Non riesco ancora a credere di aver finito l’intera trilogia in una settimana, ho letto giorno e notte, pianto insieme ai personaggi, riso insieme a loro, gioito e anche tanto sofferto. Il senso di vuoto che si prova con la conclusione di una saga della Maas non lo si prova con nient’altro. Questo libro è stato il coronamento di un’avventura nata dopo la morte di Danika, Bryce sarà riuscita a rendere orgogliosa la sua migliore amica e tutte le persone che la circondano? Leggetelo per scoprirlo.

Come al solito sarà una recensione priva di spoiler del terzo volume, però potrebbero esserci SPOILER dei primi due libri, quindi mi raccomando se non avete letto i primi due, non continuate a leggere questa recensione, ma andate a recuperare la lettura dei primi due, inoltre potete trovarli recensiti QUI e QUI.

Ci eravamo lasciati con un cliffhanger da mani nei capelli, Rigelus, la mano luminosa, il più potente degli Asteri, è riuscito con l’aiuto dei Triarii di Sandriel a catturare Ruhn, Baxian, Hunt e Bryce, ma quest’ultima grazie al corno tatuato sulla schiena è riuscita a sfuggire, aprendo un portale direttamente per gli Inferi, per chiedere l’aiuto di Aidas, solo che il mondo in cui è atterrata non è per nulla l’Inferno, bensì Velaris, e colui che ora la tiene nel suo castello chiedendo informazioni è Rhysand.

I primi capitoli di questo libro sono devastanti, Ruhn, Baxian e Hunt sono rinchiusi nelle prigioni della Città Eterna con un trattamento d’élite direttamente dalle mani sapienti del Martello. Nonostante tutto ciò che stanno passando non si demoralizzano mai, i nostri personaggi sono prepotenti, sono sicuri che prima o poi Bryce tornerà a salvarli, anche se ci dovesse mettere più tempo del previsto, non molleranno. Il dolore e la sofferenza che traspare da questi capitoli fa venire i brividi, ma fortunatamente non perderanno mai la loro faccia tosta e anzi si faranno coraggio a vicenda.

<<Ruhn domandò: “Volete... sentire una... barzelletta?” il principe non attese risposta e continuò. “ Due angeli... e un principe Fae... entranoo in una... segreta”. Ruhn non finì, non ce ne fu bisogno.>>

Faranno la loro comparsa attraverso i capitoli due dei personaggi più amati di A Court of Silver Flames, che con la nostra Bryce, affronteranno la prigione dove Nesta ha trovato l’Arpa, e lì scopriremo davvero delle cose sconvolgenti direttamente dalla bocca della figlia perduta di Theia. Attraverso le parole di Silene scopriremo tutta la verità riguardo i figli delle stelle e la storia antica dei Fae. Devo dire che questi sono i capitoli che mi hanno incuriosita di più, perché ero proprio curiosa di capire cosa fosse successo nel passato, come la Maas riuscisse a collegare Velaris e Lunathion, come queste teorie potevano essere valide e credibili, e devo dire che in maniera veramente eccezionale la scrittrice è riuscita a creare questo legame profondo tra i due mondi senza suscitare nessun dubbio, riuscendo a rispondere a tutte le domande che ci eravamo fatti alla fine del secondo libro.

Una cosa di cui voglio assolutamente parlare e di cui vado fiera quando racconto il mio amore per la Maas, è la capacità di questa autrice di creare dei personaggi femminili eccezionalmente forti e coraggiosi. Non voglio fare dei parallelismi con le altre sue saghe, però in ogni saga realizzata dalla Maas si viene a creare questo duo di alleate che pensavi non potessero mai andare d’accordo e che invece poi diventano invincibili insieme. In questo libro la forza combinata di Bryce e Lydia fa davvero la differenza, la loro unione così improbabile è una delle cose che ho preferito di più in assoluto. Per non parlare poi di chi ha retto sulle spalle il libro di mezzo e quest’ultimo, io leggevo giorno e notte solo per sapere qualcosina in più del rapporto tra Lydia e Ruhn, la Maas ci ha fatto sudare veramente tanto le piccole informazioni date tra le mille scene che si accavallavano, perché la vera particolarità dei suoi libri è l’intreccio di mille storyline, che poi piano piano vanno ricostruendosi formando una storia piena di colpi di scena, azione e amore.

Concludo dicendovi che mi dispiace per tutti quelli che in questi due anni di attesa si sono fatti mille teorie, mille pensieri e poi sono rimasti delusi, io sono rimasta molto soddisfatta di questo libro, anche perché era più di ciò che mi aspettavo, è finito lasciando in sospeso molte cose e spero vivamente che la Maas riesca a concludere questa storia come solo lei sa fare.

Giulia


Photo credit: @_gbooklover_

sabato 10 febbraio 2024

Recensione: "Crescent City. La Casa di Cielo e Aria" di Sarah J. Maas (a cura di Giulia)

Buongiorno, lettor*, e buon fine settimana! ^^
Oggi torna la nostra Giulia con una nuova recensione, quella del secondo volume della serie Crescent City di Sarah J. Maas. Scoprite cosa pensa di questo libro e se le è piaciuto come il primo.
Aspettiamo i vostri commenti! ;)

Crescent City. La Casa di Cielo e Aria
di Sarah J. Maas

Prezzo: 11,99 € (eBook) 22,90 € (cop. rigida)
Pagine: 696
Genere: fantasy new adult
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 12 aprile 2022
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

Bryce Quinlan e Hunt Athalar hanno stretto un patto e stanno lentamente cercando di tornare alla normalità. Hanno sì salvato Crescent City, ma le loro vite sono così stravolte che l'unica cosa che vogliono è del tempo per rilassarsi. Rallentare. Capire cosa riserva il futuro. Gli Asteri finora hanno mantenuto la parola, lasciando Bryce e Hunt in pace. Ma con il tentativo dei ribelli di Ophion, in gran parte umani e Vanir, di intaccarne il potere, la minaccia che i governanti rappresentano sta diventando sempre più concreta. Quando Bryce, Hunt e i loro compagni vengono loro malgrado coinvolti nei piani dei rivoltosi, la scelta diventa chiara: rimanere in silenzio mentre la popolazione di Midgard viene oppressa o combattere per ciò che è giusto. E il silenzio non è mai stato il loro forte. In "La casa di cielo e aria", secondo romanzo ricco d'azione della nuova serie fantasy Crescent City, Sarah J. Maas dà ulteriore prova delle sue capacità di intessere l'affascinante storia di un mondo sull'orlo del baratro, celebrando il coraggio di coloro che faranno di tutto per salvarlo. .

Buongiorno a tutti e a tutte! Lunedì ho avuto il piacere di recensirvi il primo volume della splendida saga Crescent City, se ve la siete persa qui potete trovarla QUI. Inutile dirvi che in questa recensione troverete alcuni SPOILER del primo libro, quindi se non lo avete ancora letto correte subito, anche perché ora la saga è completa e non avete più scuse per rimandare la lettura. Voglio solo dire, prima di cominciare a inoltrarci all’interno della storia, che questo secondo libro mi è piaciuto leggermente meno, per varie motivazioni che ora vi spiegherò, soffre un po' della sindrome da secondo libro, in pratica viene trascinato non dai protagonisti principali ma da due personaggi secondari inaspettati, che grazie a questo volume ho imparato a valutare, conoscere e amare.

Ci eravamo lasciati con non uno ma ben due arcangeli morti, una con la testa mozzata grazie ad Hunt, uno arso vivo e successivamente aspirato con l’aspirapolvere da Bryce, beh che dire lettori e lettrici, come si fa a non amare una coppia del genere. Io li ho amati sin dal primo istante, anche se ci hanno fatto sudare parecchio prima di dichiararsi l’un l’altro. Dopo la telefonata da parte degli Asteri a Bryce ed Hunt, che con delle minacce velate hanno consigliato di non dare troppo nell’occhio e tenere un profilo basso per sempre, li abbiamo ritrovati consapevoli che se non avessero fatto ciò che gli Asteri desideravano avrebbe passato dei guai molto grossi. Bryce si è decisa a lasciare il lavoro di assistente di Jesiba, e ora lavora all’archivio reale dei Fae, e Hunt insieme a Isaiah cercano di tenere a bada la Trentatreesima Legione, fino alla nomina di un nuovo arcangelo. Ma un pericolo grande è in agguato e una ricerca estenuante attende la nostra formidabile squadra.

Il nostro bellissimo comandante mer, Tharion Ketos, è stato incaricato dalla regina del Fiume di trovare una ragazza e suo fratello entrambi dotati di un potere che non si vedeva da secoli, da quando i Thunderbird erano stato sterminati secoli prima proprio dagli Asteri. Tharion da solo non può farcela e quindi chiede l’aiuto di Bryce e di tutta la sua squadra, Ruhn, Flynn, Declan, Hunt e un personaggio non nuovo all’interno della storia ma nuovo nella squadra, il fratello più piccolo di Connor, Ithan Holstrom, cacciato dalla Tana per aver difeso la sua vecchia amica. All’interno di questa squadra, un nuovo inaspettato membro, un generale ribelle all’interno della dinastia Fae, un principe che nessuno si sarebbe mai aspettato fosse un ribelle, un uomo che ormai è cresciuto e ha capito da quale parte schierarsi. Diciamo che l’entrata di questo nuovo personaggio non è ben accetta all’interno del gruppo, tutti pensano non ci si possa fidare di lui, non solo per la sua discendenza ma anche per quello che da ragazzo ha fatto a Ruhn, Flynn e Declan, però nonostante tutto si inserisce in questo contesto bizzarro con un compito specifico per Ruhn, contattare un agente ribelle sotto copertura e molto molto vicino agli Asteri, Daybright.

La cosa molto bella di questo libro è che viene dato spazio a tutti i personaggi, ognuno di loro ha un grande spazio all’interno della narrazione, sia per raccontarsi che per raccontare le vicende dal proprio punto di vista. La Maas ha questo grande dono di creare personaggi mai scontati e sempre ben caratterizzati con una propria morale.

Un grande ruolo sicuramente all’interno di questo libro lo avrà il rapporto che nascerà tra Day e Ruhn, da lei chiamato Night. Il giorno e la notte, due anime così diverse che si trovano a dover fare fronte comune e ad allearsi per un unico obiettivo, la pace di Midgard. Day e Night hanno avuto un passato difficile e un presente ancora più tosto, due anime sole e martoriate che tramite quei brevi pensieri che si scambiano grazie al potere di Ruhn, possono essere se stessi e sinceri per un breve ma intenso momento. La scoperta dell’identità di Day, è sconvolgente, non vi dirò chi è, ma posso solo dirvi aspettatevi l’impensabile, anche perché la Maas dopo avergli fatto trascinare l’intero volume ci stravolge con il suo solito colpo di scena. Non trovo davvero le parole per descrivere l’importanza del loro rapporto per entrambi i personaggi, vivono per brevi attimi nelle loro menti e poi tornano alla vita di tutti i giorni, costretti a lavorare duro per non farsi scoprire.

“Tu mi fai sentire viva. Mi ricordi che esiste ancora qualcosa di bello in questo mondo”

Una frase che ha il potere di dire mille cose e trasmettere mille emozioni, detta in un momento all’interno del libro dove tutto sembrava perduto. Non potrò mai ringraziare abbastanza la Maas per averci donato uno dei migliori rapporti mai scritti.

Questo libro è un insieme di azione e avventura, tante scene mi sono davvero piaciute, soprattutto quando facevano gioco di squadra per arrivare a trovare quante più informazioni possibili. Una cosa che mi ha dato molto fastidio e che mi ha fatto pensare di non dare 5 stelle, è stata la presenza ingombrante dei mille segreti di Danika. Non c’è stata una cosa che lei non abbia omesso nel rapporto con Bryce, Danika era una persona piena di segreti e questa cosa un po' me l’ha resa insopportabile perché se solo si fosse fidata un po' di Bryce, tutti avremmo avuto una vita più facile, e magari al posto di 700 pagine ne avremmo lette (volentieri) 200 in meno.

Non parlerò del finale di questo secondo volume, perché dalla mia bocca uscirebbero solo parolacce e insulti, perché non ci meritavamo quel finale e quelle ingiustizie.

“Tutto è possibile grazie all'amore.” 

Giulia


Photo credit: @_gbooklover_

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...